Torno a scrivere, dopo tanto tempo di silenzio, a proposito delle tendenze del turismo che si sono delineate nell’estate 2021, che pare abbiano confermato alla grande le previsioni degli operatori.
Questa volta, prendo a prestito il titolo di una divertentissima commedia di Goldoni del 1761, che ho avuto la fortuna di vedere rappresentata al Teatro Carignano di Torino qualche anno fa. Racconta i preparativi per le vacanze in campagna di una famiglia borghese di Livorno, che desidera a tutti i costi apparire agiata nel proprio contesto sociale, tra ansie, gelosie, ripicche e arrabbiature.
Perché voglio parlarvi di villeggiatura? Perché ancora una volta mi sono ritrovata, mio malgrado, ad essere pienamente inserita in un trend di mercato, convinta di avere preso le mie decisioni in tema di vacanze in modo del tutto autonomo.
Quest’anno ho passato il mese di agosto tra mare e montagna, proprio come facevo da bambina, nei miei luoghi del cuore, dalla Liguria alle Alpi Biellesi, posti vicini e comodamente raggiungibili in auto da Torino in pochissime ore.
Ho fatto molta attività fisica (anche grazie al mio bassotto Lancillotto), ho dormito un sacco, ho letto parecchi libri, ho apprezzato l’enogastronomia del territorio, sono stata sempre all’aria aperta in mezzo alla natura. E ho anche lavorato in smart working.
Mea culpa
Inizio con un mea culpa. Faccio sempre la ramanzina ai miei clienti quando non sono costanti nel presidiare i propri canali di comunicazione, con esortazioni del genere: “Blog, social, newsletter devono essere aggiornati con costanza, altrimenti fate brutta figura!”.
Oggi mi accorgo con vergogna che l’ultimo articolo del mio blog risale addirittura a fine aprile. Ebbene, cari lettori, il motivo è molto semplice, anche se non mi scusa affatto: ho avuto troppo lavoro!
Da maggio a fine luglio sono stata letteralmente investita da un vortice di cose da fare: nuovi clienti arrivati da varie parti d’Italia con progetti interessantissimi (ma molto complessi) e il mio lavoro per il Servizio MIP della Regione Piemonte, che mi richiede ogni anno di consegnare un sacco di business plan prima dell’estate.
E poi ho lavorato ad un progetto a cui tengo moltissimo, che vedrà la luce all’inizio dell’anno nuovo. Non vi voglio ancora svelare nulla per scaramanzia, ma questo lavoro mi ha tenuta impegnata tutto l’anno e gli ho dedicato molto tempo anche durante il mese di agosto, proprio mentre ero in villeggiatura.
Un nuovo concetto di vacanza
Fino all’estate del 2019, per la maggior parte di chi se lo poteva permettere, le vacanze sono state all’insegna del viaggio esotico, rigorosamente all’estero e spesso fuori dall’Europa.
Spostamenti continui in aereo, pullman, navi e mezzi di fortuna, turismo culturale o vita notturna sfrenata: la vacanza aveva spesso ritmi ancora più incalzanti di quelli lavorativi vissuti in città.
Io per prima ho fatto viaggi meravigliosi negli ultimi anni, almeno due importanti all’anno, dedicando un budget notevole ed anche una discreta fatica: mille volte ho pensato che avrei avuto bisogno di una vacanza al ritorno dal mio viaggio!
L’effetto della pandemia, già nell’estate 2020, ha spinto verso il ritorno alla villeggiatura, termine ormai desueto che ispira valori ben diversi da quelli della vacanza: stanzialità in un luogo accogliente e conosciuto, ritmi moderati, gioia dei valori rurali, riposo, buone letture, svaghi semplici e rilassanti, esperienze per poter vivere in prima persona la località, le tradizioni e le persone del posto.
Smart working
Il primo trend, poco appariscente ma di grande importanza, deriva dalla sempre più diffusa pratica dello smart working. Dal punto di vista della “villeggiatura”, la pratica dello smart working può andare a sconvolgere il concetto stesso di periodo di ferie da parte del nuovo lavoratore, a cui basta un PC per lavorare e che – pertanto – può stabilirsi dove meglio crede per lo svolgimento del suo lavoro, posto come prerequisito l’affidabile funzionamento di internet ad alta velocità. Lo smart worker lavora mentre si trova in villeggiatura con la famiglia, potendo così avere maggiori momenti di relax.
Undertourism e turismo di prossimità
Uno studio del Politecnico di Milano sul turismo 2021 ha evidenziato la crescita esponenziale della nuova tendenza: il cosiddetto undertourism. Ma di cosa si tratta? È la propensione dei turisti a scegliere mete poco frequentate, luoghi nuovi o ancora poco conosciuti. La scelta ricade soprattutto su località poco affollate, in cui è facile rispettare il distanziamento sociale e anche salvaguardare l’ambiente limitando l’inquinamento, che troppo spesso è causato dal turismo di massa.
L’undertourism si sposa perfettamente con un’altra tendenza andata in atto questa estate: il turismo di prossimità. La scelta della meta per le vacanze estive è ricaduta principalmente su location non troppo lontane da casa, facilmente raggiungibili anche con i propri mezzi e con sempre un occhio di riguardo alla tutela dell’ambiente. Mete vicine e familiari, in cui si è già stati in passato e in cui ci si sente al sicuro, eliminando quasi totalmente il pensiero di un possibile contagio.
Outdoor e Adventure Travel
Dopo mesi e mesi di restrizioni e chiusure, le persone hanno voluto riprendersi un po’ della tanto agognata libertà. La scelta di tanti, me compresa nei giorni sulle Alpi Biellesi, è ricaduta sulle vacanze outdoor, ossia all’aria aperta, fisicamente attiva e stimolante.
Il contatto con la natura si è dimostrato l’ingrediente ideale per una vacanza rilassante, in cui dedicarsi completamente a rigenerare il corpo e liberare la mente dai pensieri e dalla routine quotidiana, in totale sicurezza.
Una scelta condivisa sia da famiglie che da coppie o gruppi di amici, per rientrare in sintonia con ciò che ci circonda, sempre nel rispetto dell’ambiente.
L’adventure travel si declina su attività fisica, immersione nella natura e nella cultura locale in connessione con gli usi e costumi della destinazione turistica prescelta.
Queste due tendenze si collegano, soprattutto per i soggiorni lunghi, alla decisione di prendere una casa in affitto, evitando gli alberghi: nell’abitazione in affitto il turista può infatti trasferirsi con l’intera famiglia – bambini e animali domestici inclusi – e gestire con maggiore agilità il proprio lavoro da remoto. Le prenotazioni di alloggi in grado di ospitare dalle cinque persone in su sono globalmente aumentate in Italia dal 33% nell’estate 2019 al 53% per quella 2021.
Conclusioni
Personalmente sono rientrata dalle vacanze davvero riposata e rilassata, come non mi capitava da anni. Certo è che il gusto dell’ignoto, dell’avventura e la mia passione per scoprire nuovi mondi, sono stati messi da parte quest’anno. Ma sapete cosa vi dico? Non ci ho sofferto, anzi mi sono riappropriata di sensazioni calde e familiari che non provavo da anni, che mi hanno fatto sentire bene, in pace con me stessa e con il mondo. E non è poco!